| La ragazza, ignorata dalla capo tribù, continuò ad osservare tutto quello che accadde nella capanna, finché non uscirono tutti da quella struttura e lei non poté fare altro che seguirli (ma non subito). A quanto pareva, la piantina sarebbe stata la salvezza per quella gente "mutilata". Quei poveracci avrebbero usato il cristallo (come non si era capito) per riscattarsi. Forse avrebbero sfruttato il fattore assorbimento della pianta vivente per dare origine ad una pianta-luminosa-ammazza-batteri? Dopotutto la luce del sole non fa bene ai batteri, ma la ragazza non ne era sicura perchè non sapeva come facesse ad essere a conoscenza di ciò. Non aveva la memoria, dopotutto. Uscendo dalla capanna, raccolse un altro po' di fiorellini (usciti dal cactulo del Kyactus) e saltellò fuori, dove gli altri si stavano preparando e aspettavano di incamminarsi verso la barriera dei batteri.
Il gruppetto era pronto per partire all'attacco. I nostri tre eroi erano tutti presenti; assieme a loro vi erano circa un centinaio di mutilati (convinti di essere in tanti e, soprattutto, di essere utili. Sì, certo. Come no), chi senza naso, chi senza occhi. Il Kyactus, posto su uno scudo rotondo usato come "trasportino", era portato da circa una decina di omini smunti che nel camminare ondeggiavano un po' a destra ed un po' a sinistra, incerti. La capo tribù fece il suo discorso incitatorio (due parole in croce) e il gruppetto di valorosi (pochi) guerrieri partì verso il muro dei batteri. Ovviamente la capo tribù se ne restò dentro il villaggio, al sicuro. Tanto lei il naso ce l'aveva ancora. Invece la pescivendola li accompagnò verso la battaglia. Dopotutto lei era al corrente del rituale. Fu lei stessa a portare il cristallo, dimostrando di possere una forza disumana. Non che il cristallo pesasse tanto, ma sicuramente più di quello che una donna della sua taglia avrebbe potuto trasportare. Il gruppo di guerrieri proseguì lungo un sentiero nel bosco. Un sentiero che portava dritto dritto alla barriera nauseabonda dei batteri. Dopo nenche cinque minuti di marcia, i guerrieri senza occhi si erano più che dimezzati - molti si erano dispersi - (chissà perchè), mentre gli snasati avevano leggermente rallentato il passo, sfiniti e senza fiato. "Se continuiamo così, non arriveremo mai a quella dannata barriera ed i nasi ci troveranno prima di poterli cogliere di sorpresa!", pensò la ragazza ex fangosa ex koala. Si accorse che il mazzetto di fiori che teneva in mano all'inizio della marcia si era dissolto nel nulla, come per magia, come se si fosse trasformato in gas. Ed ecco che, come la giovane (ex bla bla bla) aveva previsto, piombarono giù dal cielo una decina di nasi. «Ci hanno scoperti! Dobbiamo tenere questi nasi occupati e raggiungere la barriera prima che sia troppo tardi!», gridò la ragazza (ex etc etc). «Noi restare qui! Voi portare prescelto a barriera!», ordinò uno dei guerrieri snasati messi meglio (fisicamente). Così, circa una decina tra snasati ed acciecati restarono a combattere contro i nasi caduti dal cielo, mentre gli altri - compresi i nostri tre eroi -, correndo attraverso la foresta, si dirigevano verso la barriera. Non ci volle molto e ben presto scorsero la barriera nauseabonda attraverso le fronde degli alberi. Ancora qualche passo e si ritrovarono al di fuori della foresta, di fronte a quella immensa "cosa" giallognola e puzzolente. «BENE! SIAMO ARRIVATI ALLA BARRIERA!», sbraitò la Lady pescivendola. «SHHH!! Così ci sentiranno!», la sgridò la ragazza ex-ex, gridando a bassa voce. La Lady sbraitona ignorò completamente il monito ed indicò agli esili guerrieri che portavano il Kyactus dove posizionarsi. «E' GIUNTO IL MOMENTO DEL SACRIFICIO!», continuò a sbraitare, alzando verso il cielo il cristallo bianco, «SIAMO GRATI, CARO NEO (= il prescelto), DEL TUO DONO PER NOI!» Riprese fiato e mostrò un sorriso disumano. «OGGI L'ELETTO CI DONA LA SUA VITA PER FARCI RIAVERE I NOSTRI POTERI! INCHINIAMOCI TUTTI AL SACRIFICIO!», sbraitò quindi, inchinandosi, ma tenendo sempre il cristallo rivolto verso il cielo. «Dona la sua vita?! Oh-ho. Qui si mette male...», pensò ad alta voce la ex-ex (che nel frattempo sembrava aver recuperato un po' di intelletto).
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